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Come utilizzare l’intelligenza artificiale generativa per creare contenuti di marketing scalabili e personalizzati nel 2025

Come utilizzare l’intelligenza artificiale generativa per creare contenuti di marketing scalabili e personalizzati nel 2025

Come utilizzare l’intelligenza artificiale generativa per creare contenuti di marketing scalabili e personalizzati nel 2025

L’evoluzione del content marketing nell’era dell’AI generativa

Quando ho commencé a scrivere di marketing digitale, l’idea di produrre contenuti su larga scala e, allo stesso tempo, altamente personalizzati sembrava quasi un ossimoro. Nel 2025, con l’intelligenza artificiale generativa, questa apparente contraddizione è diventata il cœur delle strategie più efficaci. Non si tratta più di “se” usare l’AI, ma di “come” integrarla in modo intelligente, etico e sostenibile.

In questo articolo voglio condividere come utilizzo (e vedo utilizzare dalle aziende più avanzate) l’AI generativa per creare contenuti di marketing scalabili e personalizzati, senza perdere autenticità né qualità.

Cosa intendo per contenuti scalabili e personalizzati

Quando parlo di scalabilità, mi riferisco alla capacità di:

Per personalizzazione, invece, non penso solo al classico “Ciao [Nome]” in una mail, ma a:

L’AI generativa è precisamente lo strumento che mi permette di tenere insieme queste due esigenze: creare molto, in fretta, ma con una finezza di targeting che fino a pochi anni fa richiedeva team interi di copywriter, analisti e designer.

La nuova “catena di montaggio” dei contenuti con l’AI

Nel 2025 non uso più l’AI come un semplice “assistente di scrittura”, ma come un vero e proprio layer infrastrutturale nella catena di produzione dei contenuti. In pratica, organizzo il lavoro in fasi.

1. Ricerca e analisi dei dati

Invece di passare ore a leggere report e fogli Excel, affido all’AI la prima scrematura. Le faccio:

Questo mi permette di definire un piano editoriale già allineato ai bisogni reali del pubblico, invece di basarmi solo sull’intuizione.

2. Ideazione e pianificazione

Una volta chiariti i dati, utilizzo l’AI generativa per trasformarli in:

L’AI mi propone decine di idee, che poi filtro, arricchisco e organizzo in un calendario editoriale. Il mio ruolo passa dall’essere “autore singolo” a “direttore creativo” che orchestra il lavoro del modello.

3. Generazione delle bozze

Per ogni contenuto, preparo dei prompt estremamente dettagliati, con:

In pochi secondi ottengo una prima bozza che non è mai “definitiva”, ma rappresenta una base strutturata su cui intervenire. Questo mi libera tempo ed energie per concentrarmi su ciò che l’AI non sa fare bene da sola: inserire esperienza sul campo, casi reali, opinioni, posizionamento.

4. Personalizzazione per segmenti

Qui entra in gioco la vera potenza della scalabilità: da una bozza “madre” genero molte versioni “figlie”, pensate per:

Invece di riscrivere tutto da zero, faccio adattare il contenuto all’AI, specificando cosa cambiare: esempi, casi d’uso, livello di tecnicità, CTA finale. In questo modo, mantengo coerenza di messaggio, ma aumento nettamente la rilevanza percepita dal destinatario.

5. Ottimizzazione continua

Una volta pubblicati i contenuti, uso strumenti di AI per monitorare:

Con questi dati, rientro nel ciclo: aggiorno i prompt, rigenero parti dei contenuti, testo nuove versioni. La produzione diventa un sistema vivo, iterativo, sostenuto dall’AI ma guidato da obiettivi di business chiari.

Esempi concreti di utilizzo nel marketing quotidiano

Per non restare nel teorico, voglio entrare in alcuni casi d’uso che vedo funzionare davvero nel 2025.

Email marketing ipersegmentato

Partendo da pochi template base, utilizzo l’AI per generare:

Il risultato è un tasso di apertura e di risposta decisamente superiore a quello delle campagne “one-size-fits-all”.

Landing page dinamiche

Grazie a integrazioni tra CRM, CDP e modelli generativi, posso servire contenuti diversi sulla stessa landing, in tempo reale, cambiando:

Una persona che lavora in una PMI vede un messaggio diverso da chi lavora in una grande impresa, pur atterrando sulla stessa URL. L’AI genera e testa continuamente varianti, mantenendo però il perimetro definito dal brand.

Social media e contenuti snack

Partendo da un unico long form (per esempio, un white paper o un articolo approfondito), faccio generare all’AI:

La mole di contenuti che posso produrre da un’unica fonte cresce esponenzialmente, senza moltiplicare il tempo impiegato.

Come evitare contenuti generici e “tutti uguali”

Se c’è una critica che sento spesso sull’AI generativa è: “i contenuti sembrano tutti uguali”. E in parte è vero, se ci si limita a usare i modelli in modo superficiale. Nella mia esperienza, ci sono alcune pratiche fondamentali per evitare questo effetto.

Solo così l’AI smette di essere un “generatore di testo” e diventa davvero una protesi creativa.

Etica, trasparenza e fiducia: aspetti non negoziabili

C’è un punto che nel 2025 non posso permettermi di ignorare: la trasparenza nell’uso dell’AI. I consumatori sono sempre più consapevoli e sensibili su questi temi. Per questo considero fondamentali alcuni principi.

In gioco non c’è solo la performance di una campagna, ma la credibilità complessiva del brand nel tempo.

Come prepararsi operativamente nel 2025

Per chi vuole passare dall’esperimento isolato a un uso sistematico dell’AI generativa nel marketing, vedo alcuni passi pratici indispensabili.

A quel punto, l’AI generativa smette di essere un gadget da testare nel tempo libero e diventa un vero asset strategico per creare contenuti di marketing scalabili, ma profondamente umani nella loro rilevanza e nel loro impatto.

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